O Lamborghini Fenomeno è l’apice della formula few‑off: design che urla, ingegneria che consegna e una rarità che imprime valore. Invece di essere solo un altro “poster car”, diventa un laboratorio su ruote che si ripaga da solo. Noto e diretto: è halo, è Ricerca & Sviluppo ed è un asset finanziario — tutto contemporaneamente.
Cosa rende il Fenomeno diverso da tutto ciò che abbiamo già visto?
Riprende la base HPEV del Revuelto e dà sostanza tecnica dove importa: batteria più grande, software di gestione rivisto e calibrazione della coppia elettrica per partenze sconsiderate. La mistica del nome corrisponde alla proposta: uno spettacolo che non è solo fumo e specchi, ma offre risultati misurabili in pista.
È anche la risposta a una domanda scomoda: perché spendere diversi milioni per “lo stesso di sempre”? Perché qui non si tratta di cosmetici: la batteria da 7 kWh (contro i 3,8 kWh del donatore) sostiene picchi elettrici più a lungo e ricalibra l’esperienza. La ciliegina sulla torta? Uno scenario in cui rivali inseguono numeri estremi, come il duello Jesko Absolut vs. Rimac Nevera, e il Fenomeno mantiene vivo il V12 senza sembrare un dinosauro.
Come la strategia few‑off trasforma Ricerca & Sviluppo costosa in profitto reale?
Tradizionalmente, la Ricerca & Sviluppo viene ammortizzata su volumi elevati. Qui, la logica è invertita: pochi veicoli coprono i costi, e con margini elevatissimi. Questa inversione finanzia nuovi moduli di batteria, sistemi di raffreddamento, BMS e integrazione con e‑AWD — testati nella vita reale da clienti che, sinceramente, a fogli di calcolo per il rapporto costo/cavallo non badano affatto.
Vuoi vedere questa evoluzione tecnologica in azione? La Lamborghini lo ha già fatto con il Sián introducendo supercondensatori — un passo “mostruoso” di ingegneria che la stessa marca dettaglia in questa pagina ufficiale. Il Fenomeno prosegue su questa strada, puntando ora su un pacco di ioni di litio più grande e versatile.
Quali sono i numeri importanti: powertrain, batteria e performance?
Motrice V12 aspirato 6.5 ricalibrato a 833 hp + tre motori elettrici = 1.065 hp complessivi. Trasmissione DCT a 8 rapporti, e‑AWD e 0–100 km/h in 2,4 s. Velocità massima? 350 km/h. Il limite non è tanto “motore” quanto il pacchetto aerodinamico orientato a downforce e/o rapporti di trasmissione — scegli la tua previsione.
La batteria da 7,0 kWh richiede un’architettura nuova: raffreddamento rinforzato, BMS riscritto e probabile riassemblaggio nel monoscocca in fibra di carbonio. Risultato pratico: picchi elettrici più prolungati, costanza di performance e 20 km in modalità EV per spostamenti brevi. Per capire la base HPEV che sostiene tutto questo, vale la pena dare un’occhiata alla piattaforma del Revuelto spiegata nella documentazione ufficiale.
Il design radicale è solo spettacolo o offre downforce reale?
L’esterno non ricicla pannelli del donatore: frontale affilato, splitter aggressivo, grosse duct e posteriore con scarico quadruplo. Non si tratta solo di estetica; è flusso d’aria controllato per alimentare il V12 e i componenti ibridi, estrarre calore e generare aderenza quando si deve frenare “dentro e fuori”.
All’interno, l’abitacolo del Revuelto è stato mantenuto quasi intatto. Perché? Perché omologare un interno esclusivo per 29 unità costa un patrimonio per veicolo e non aggiunge valore proporzionale al pubblico di riferimento. Il denaro è stato allocato dove il cliente few‑off ha senso: carrozzeria, aerodinamica e performance. Questo pragmatismo, piaccia o no, è ciò che fa chiudere il conto del progetto.
Qual è l’offerta di valore: supercar o ativo di investimento?
Produzione limitata a 29 unità. Prezzo iniziale circa €3,0 milioni / $3,5 milioni. Tutte riservate a presentazioni private prima del debutto pubblico. È pura scarsità orchestrata, la meccanica che trasforma un “auto” in una classe di asset con potenziale di rivalutazione.
In questo gioco, l’eredità pesa. La fine del ciclo termico massimo di altri marchi, come il W‑16 da 1.600 hp in un nuovo capitolo, aiuta a ricalibrare le aspettative dei collezionisti — comprendi il contesto nel materiale sul Bugatti Brouillard. Pochi e estremi diventano un punto di riferimento storico, e un punto di riferimento storico si trasforma in prezzo esorbitante sul mercato secondario.
Chi sono i rivali e come si posiziona il Fenomeno contro di loro?
Lo scenario è un zoo delizioso: V12 ibrido, V8 biturbo leggeri, W16 apocalittici e elettrici con coppia immediata. Il Fenomeno non vuole essere il più veloce in velocità massima; vuole essere il più desiderato nel connubio tra ingegneria + scarsità + narrazione di marca.
Se desideri il massimo in pista elettrico, il YangWang U9 Track Edition dimostra che la coppia immediata è ormai una commodity negli hypercar. Il Fenomeno risponde con un drama meccanico (V12), coinvolgimento analogico e quel suono che, dai, nessuno ha ancora simulato davvero.
Concorrenti diretti e cosa offrono
- Jesko Absolut: velocità massima teorica
- Chiron Super Sport: lusso + W16 brutale
- Utopia: arte meccanica e leggerezza
- U9 Track Edition: coppia elettrica incredibile
- Revuelto: base HPEV di produzione
Quanto pesa l’evento di debutto e la linea few‑off nell’equazione?
Il debutto in scena mondiale di alta gamma amplifica il raggio d’azione, attira la stampa e rafforza il “halo”. Questi eventi radicano le percezioni per anni, e aiutano a consolidare il Fenomeno come “l’” capitolo ibrido V12 da collezione.
La linea parla forte: Reventón, Veneno, Sesto Elemento, Centenario, Sián. Il Fenomeno rappresenta il passo successivo in cui la tecnologia ibrida smette di essere un accessorio e diventa protagonista. Ancora: pochi veicoli, margini elevati, Ricerca & Sviluppo che si ripaga. Insomma, una lezione di prodotto e finanza.
E se volessi un grand tourer straordinario anziché un ibrido V12?
C’è spazio per altre ricette. Se il tuo stile è GT con V8 biturbo potente e lusso da salotto, l’Aston Martin Vanquish Volante 2026 mostra quanto la raffinatezza ancora seduce. Sono esperienze diverse: il Fenomeno è teatrale; i GT sono transcontinentali.
Se invece desideri un’auto pura, con pedali, cambio manuale e V12 aspirato sotto il cofano, ci sono proposte “senza filtri” come il Garagisti & Co GP1. Il Fenomeno non si avvicina a questa strada; bilancia tradizione (V12) e presente (ibridazione), puntando al massimo della scena da collezione.
Domande frequenti rapide: i dubbi di ogni appassionato
- Potenza complessiva? 1.065 hp (V12 + tre motori elettrici).
- 0–100 km/h e velocità massima? 2,4 s e 350 km/h.
- Capacità della batteria e modalità EV? 7,0 kWh e circa 20 km in modalità elettrica.
- Quante unità? 29, tutte prenotate in anticipo.
- Prezzo stimato? Circa €3,0 milioni / $3,5 milioni.
5 motivi diretti per interessarsi (o meno) al Fenomeno
- V12 vivo e rilevante nel 2025+
- Ibrdazione che aumenta la performance
- Reale scarsità: 29 vetture
- Downforce pensato per uso intenso
- Asset con tesi di rivalutazione
Vuoi un parallelo storico di “rari che sono diventati icone”? Il Sián ha aperto la strada ibrida con supercondensatori; il Fenomeno consolida l’era della batteria più grande nel V12. C’è coerenza strategica — e il marchio ha già tracciato questa strada in serie limitate precedenti, documentate sul sito ufficiale e sulla stampa internazionale specializzata.
Paragonando a quello che c’è in giro, l’ecosistema degli hypercar è più vario che mai. L’elettrificazione pura brilla nei tempi di ritorno; gli ibridi emergono per emozione e stabilità termica. L’arte meccanica pura è ancora viva in esemplari “arte su strada”, come i Pagani, mentre W16 e V12 si congedano in un fuoco alto, ciascuno creando la propria leggenda.
La mia visione: il Fenomeno non è “semplicemente un few‑off costoso”. È il punto di equilibrio mancante tra il dramma viscerale di un V12 e l’intelligenza dell’ibridazione moderna. Non cerca il record di velocità finale, e poco importa — non ne ha bisogno. Ciò che vende è storia, suono, sensazione di overkill controllato e una tesi di valore che, diciamocelo, si basa sulla propria storia di few‑off della marca.
E tu? Qual è la tua interpretazione di questo rarissimo V12 ibrido: un acquisto di passione, una strategia di investimento, o entrambi? Lascia un commento e approfondiamo insieme i dettagli rilevanti.
Author: Fabio Isidoro
Fabio Isidoro è il fondatore e direttore editoriale di Canal Carro, dove scrive sull'universo automobilistico dal 2022. Appassionato di auto e tecnologia, ha iniziato il suo percorso sul portale HospedandoSites e oggi si dedica alla creazione di contenuti tecnici e analisi complete su veicoli nazionali e internazionali. 📩 Contatto: contato@canalcarro.net.br